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Cultur-partner.com, Giugno 2021
Dance and Culture, Marzo 2017
theKITCHENtheory. ODORI, COLORI E SUONI DEI RICORDI
Calda luce soffusa, sulla sinistra un tavolo anni ’60 in formica verde menta, sei sedie disposte intorno, sei danzatori vestiti di nero, una cucina, ‘la’ cucina. In un’atmosfera chiara ed essenziale ha inizio ‘theKITCHENtheory’, ultima produzione della compagnia ‘DaCru’, dei coreografi Marisa Ragazzo (di cui il concept e la regia) e Omid Ighanì (anche danzatore della compagnia).
La cucina è il luogo in cui ognuno ha trascorso, trascorre e trascorrerà gran parte delle proprie giornate, emblema della vita che scorre, spazio di condivisione delle più svariate emozioni, è proprio qui che i ricordi prendono forma: discussioni sorde, liti furiose, segrete confessioni e fedeli incontri, poi ancora risate sincere e familiari, goffi incidenti, incomprensioni irresolubili. Se queste pareti avessero voce per parlare quante storie potrebbero raccontare?
Attraverso un linguaggio quotidiano e immediato i coreografi riescono a dar voce a tutte queste memorie servendosi di una raffinata tecnica urban, che rielabora coerentemente vari stili quali hip hop, house, jazz rock, contaminati con la danza contemporanea e riadattati a una ricerca musicale eclettica e sofisticata; creano così una gestualità virtuosa e profondamente innovativa in cui la dimensione metropolitana, modellandosi, incontra quella teatrale rivoluzionandola.
Il movimento dei ballerini, tanto più reale quanto più comunicativo, coinvolge e insieme sconvolge il pubblico che fin da subito ha modo di entrare nell’intimità della scena e godere in prima persona della rappresentazione evocativa.
(…) La coreografa non vuole raccontare una storia ma le molteplici storie di vita che ci accomunano, lì cristallizzate, immutabili, suggellate tra le pareti di quella stanza.
(…)…i respiri e le pause dei danzatori si mescolano con quelli degli osservatori in un’unica energia vibrante.
New York Times, 19 Maggio 2016
I.DA.CO Platform
Sussurandom, Marzo 2015
“Un miracolo, un incantesimo, un regalo questo SAKURA BLUES al Teatro San Domenico di Crema venerdì, in prima nazionale. Compagnia di prim’ordine, piena di brio, di energia che trasmette al pubblico con magica osmosi, travolgendolo con le mille trovate fantastiche e trascinandolo in un mondo fatato del sogno, dei ricordi, delle illusioni e, alla fine conclude con la consolazione nel ritrovare tutto ciò che si credeva perso, ben custodito, invece, nel segreto in fondo al cuore .
Non succede nulla, ma questo nulla riempie il palcoscenico come un evento grandioso, solenne, quasi sacro. La gestualità nuova, frizzante, inedita cattura da subito l’attenzione e attanaglia lo spettatore dal primo all’ultimo istante. Musiche perfettamente aderenti ai gesti, ai movimenti, alla miriade di figure di infinita bellezza, ideate da Marisa Ragazzo con Omid Ighanì, esaltano lo spirito del lavoro che scorre fluidamente davanti ai nostri occhi incantati. Opera densa di significato e di presa immediata sul pubblico.
La DaCru Company ha dato prova di seria professionalità, dimostrando di possedere una solida preparazione e ci ha deliziato con momenti altamente evocativi e magici indimenticabili. Calorosi e meritatissimi gli applausi finali e tante chiamate per tutti. Spettacolo da vedere.”
RAI 5, Memo L’Agenda culturale. Aprile 2015
Il Giornale di Vicenza, 26/01/2015
“…Uno spettacolo magico, dalla cui contemplazione prende spunto Kaze Mononoke della coreografa Marisa Ragazzo, al Comunale con la sua DaCru Dance Company per l´esordio dei “Luoghi”. Un´immagine poetica è lo spunto di riflessione di questa autrice che ha visitato la danza nelle sue diverse forme, prima di essere “folgorata” dall´hip hop, quello stile urbano che dal “basso” si è imposto al pubblico affascinando i giovani dei quartieri più vivaci ed eterogenei delle metropoli di tutto il mondo. E´ uno stile libero, ma ardito, tecnicamente complesso e interpretato con piena padronanza dai danzatori della sua DaCru Dance in sessanta minuti di performance che non conosce pause, fluida e aerea, vivace e intensa tra isolazioni e torsioni, salti che sembrano sospensioni temporali e ticchettii meccanici di figure scomposte e ricomposte. … Non potevano essere che intensi gli applausi di un attentissimo pubblico.”
Copertina DANZASI’, Maggio 2015
Danza&Danza n°251
“Kaze Mononoke è un’affascinante galleria quasi onirica di creature che si incontrano e si lasciano, come petali portati dal vento”…
“Ma quel che davvero sorprende e colpisce è lo stile di danza creato dai coreografi Marisa Ragazzo e Omid Ighani … hanno affiancato le loro ricerche in questa miscela originale, giunta oggi a una maturazione più che convincente.” “Un linguaggio di danza nuovo…”
Campadidanza
“Quando uno spettacolo teatrale registra il sold out è sempre esaltante, se poi a riempire la sala è un pubblico di giovani e giovanissimi è ancora più esaltante. Ed è quello che è accaduto sabato 8 marzo al Teatro Nuovo nell’ambito della rassegna “Quelli che la danza 2014” con Kaze Mononoke spettacolo della DaCru Dance Company.”
“Amano la velocità, il virtuosismo tecnico, la fusione dello spazio teatrale con il codice artistico della strada, dalla quale attingono le spinte verso l’arte nei diversi suoi aspetti. E tutto questo si ritrova nella coreografia presentata al Nuovo.”
Il Ciriaco
“Circa un’ora di spettacolo, durante la quale, ho sentito cambiare la mia percezione del tempo. La dimensione che misura il trascorrere degli eventi si è trasformata nel tempo del sogno. Creature spinte dal vento che a tratti sembrano muoversi nell’acqua, così belle da apparire quasi irreali…”
(riferito ai coreografi e alla compagnia) “Troppo spesso, rischiamo di perderci validi artisti che non si muovono nella sfera della cultura mainstream”
Castelli Notizie – Velletri
“Mescolando con grande talento artistico e tecnico stili di danza tra i più eterogenei … i danzatori hanno incantato il pubblico dell’Artemisio che ha apprezzato con entusiasmo lo spettacolo, nonostante il suo alto livello di sperimentazione.”
“A trasmettere emozioni non solo i passi, ma il volto, la bocca, dei ballerini, la voce straziata del canto muto che recita le parole di una lirica apparentemente sconosciuta, ma che ognuno infondo riconosce nel cuore.”
La Nazione – Pisa
“Primavera. I petali cadono dai ciliegi e diventano danza. Così al Teatro Verdi mercoledì sera si scopre che anche l’Hip Hop, cultura di strada nata nelle vie di New York, può diventare poesia.”
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Danza&Danza n°251
“Kaze Mononke is an enchanting dreamlike gallery of creatures that meet and leave each other as petals carried away by the wind…”
“The element that really surprises is the dance style created by the choreographers Marisa Ragazzo and Omid Ighani” … “they mix their research in this original blending that comes to an impressive maturity” … “a new language in dancing…”
Campadidanza
“It’s always exiting when a theatre performance is sold out, but that’s even more exiting if the theatre is filled by an audience of youth. That’s what happened in Naples (at Nuovo Theatre, March 8th) with DaCru Dance Company’s Kaze Mononoke.”
…“they love speed, technical virtuosity, blending of theatre space with the street’s artistic code from where they draw motivations toward art in all of its different aspects. The choreography sums up all of this.”
Il Ciriaco
“Within the hour of the show I felt my perception of time changing. The dimension that measures the running of events turned into dreamtime. Creatures, so beautiful that they appear unreal, are carried by the wind and sometimes seem to be moving in the water”
(Referring to the choreographers and the company) “Too often we risk losing substantial artists just because they are not part of the mainstream culture.”
Castelli Notizie – Velletri
“Blending different dance styles with such an artistic and technical talent, the dancers charmed the audience of Artemisio Theatre that appreciate with passion the show and its high level of experimentation.”
“It’s not just the dance steps that convey emotions, it’s the face, the mouth, the dancers, the torn voice of a speechless poem that declaim the words of a lyric poetry unknown at first glance, that everyone recognizes at the bottom of his heart.”
La Nazione – Pisa
“Spring time. Cherry petals fall and turn themselves into dancing. That is how it became possible for street culture to transform itself into poetry at the Verdi Theatre.
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