The Soul Society Project – La Trilogia

 
 
 
CRUISIN’ ARTS, in occasione del ventennale della DaCruDanceCompany, presenta…
 
 
 

The Soul Society Project
 
La Trilogia

 
 
REDbox 27-28-29 luglio 2015
 
Riccione Estate Danza
Palazzo dei Congressi, viale Virgilio 17, RICCIONE
 

La trilogia nasce come tributo innamorato delle avanguardie artistiche, come un innamoramento dell’incantato mondo del cinema e dell’animazione giapponesi che, con i maestri Kurosawa e Miyazaki, entrano negli occhi e nei sensi di chi li guarda [Kaze Mononoke e Sakura Blues] e della letteratura contemporanea che Murakami Haruki, visionario e poetico, porge come un viaggio [Kafka sulla spiaggia].
E un viaggio è, di fatto, tra gatti parlanti, ciliegi in fiore, ricordi e vento, negli spazi delle grandi contraddizioni, quietamente conviventi, dei mood metropolitani di estrema avanguardia e delle tradizioni, a volte minimali, altre rumorosamente stupefacenti.
Il viaggio nella società delle anime è un luogo esteso che non appartiene ad alcuna geografia, se non a quella dei sentimenti e delle umane motivazioni, poiché la poesia e il respiro non conoscono colori né linguaggi differenti: così i ciliegi fioriti di Tokyo, rappresentati in Kaze Mononoke, si sovrappongono agli ulivi del mediterraneo e alle foglie aghiformi del nord Europa perché semplicemente connessi alla terra che gli umani percorrono rendendo possibili, passaggi trasversali di culture.
Il simbolo di un intero pianeta, un’ umanità contemporanea con grandi differenze e autonomie, seppur incredibilmente legate e sempre spinte dallo stesso vento.
Tre capitoli separati ed autoconclusivi, ma palesemente legati tra loro.
Tutto inizia con il canto dei grilli e il linguaggio segreto dei gatti in un giardino (Kafka sulla spiaggia), arriva poi la contemplazione della fioritura dei ciliegi (Kaze Mononoke), e infine chiudono la scatola dei sogni e il ricordo di un piovoso pomeriggio di giugno (Sakura Blues).
 

Soul_Society_Kafka Lunedì 27 luglio ore 21.30 “KAFKA SULLA SPIAGGIA”

Liberamente tratto dall’opera di Murakami Haruki

Durata: 75 minuti senza intervallo

Ideazione e regia: Marisa Ragazzo

Coreografie: Marisa Ragazzo e Omid Ighani

Editing musicale: Omid Ighani

Personaggi ed interpreti:

Kafka
Nakata
Il ragazzo corvo
Tamura
La signora Saeki
Oshima
Hoshino
Sada
Johnny Walker
Omid Ighani
Caludia Taloni
Serena Stefani
Samar Khorwash
Jenny Mattaioli
Afshin Varjavandi
Tiziano Vecchi
Paolo Ricotta
Dominique Lesdema e Tiziano Vecchi

 

Un vecchio con il candore di bambino che capisce e che parla la lingua dei gatti e un ragazzo con la maturità d’un uomo. Entrambi fuggono, uno da un delitto e l’altro, Edipo quindicenne, da una profezia. Di questo e d’altro ancora racconta il progetto dei DaCru.
“Kafka Sulla Spiaggia” è la trasposizione danzata dell’omonima opera di Murakami, del geniale viaggio visionario e incantato dove si susseguono personaggi e rivelazioni senza mai giungere al cuore più profondo che resta segreto e inattingibile. Il progetto d’un libro danzato è di per se un viaggio, ma danzare “Kafka Sulla Spiaggia” è divenuto un vero e proprio privilegio, sempre accompagnati dalla misteriosa anima di Murakami che, geniale e illuminata, tra tanti incredibili personaggi pone i gatti al centro dell’attenzione, memorabili creature che sovente rubano la scena agli umani.
…E così dalle pagine al palco…
Kafka fugge dal padre, scultore satanico, e dalla sua profezia che riecheggia e amplifica quella di Edipo: è lui il fulcro della narrazione, è nella sua anima che è celato il mistero. Si offre al mondo con molteplici aspetti, come se contenesse non uno ma quattro volti, sovrapponibili ma incredibilmente differenti. Così Kafka, Tamura, il ragazzo Corvo e Johnny Walker sembrano convivere in un’unica entità per necessità, supportandosi, incoraggiandosi, fuggendosi, uccidendosi. Nakata fugge invece dalla scena d’un delitto che pensa d’aver commesso, abbandonando una vita tranquilla rallegrata da animate conversazioni con i gatti dei quali parla e capisce la lingua. Nakata è un uomo-bambino, un’anima pura.
Hoshino è il giovane camionista che conduce Nakata nel suo lungo viaggio di ricerca, diventerà il suo allegro e necessario compagno, così riconoscibile nella sua inseparabile camicia hawaiana. L’affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo d’un passato lontano a metà tra l’adolescenza e la fine della vita, tra l’essere amante o madre, lieve e impalpabile sempre a metà tra lo Shikoku e la terra dei vivi. Oshima, l’androgino custode d’una speciale biblioteca, raffinato e distaccato, sempre teso a proteggere concetti e idee. Sada, il surfista, fratello di Oshima e assolutamente suo opposto nell’aspetto e nell’anima, capace di abbandonare tutto per aspettare l’onda perfetta, metafora forse della stessa ricerca del fratello ma selvaggio e libero. Johnny Walker, personaggio dark e mefistofelico, uccide i gatti per derubarli delle loro preziose anime, subisce sé stesso e la propria oscurità a tal punto che invoca lui stesso d’essere ucciso. Padre profetico o parte oscura dell’anima di Kafka.
Ecco inizia il mistero e su tutti, nel vento, il Ragazzo Corvo, che segue o precede Kafka ovunque, con la sua nera lucentezza, sempre pronto a sussurrare importanti e rivelatrici parole, alter ego sapiente e protettivo di Kafka, o meglio ancora di Tamura, che è il vero quindicenne, lieve e vulnerabile, la parte più pura di Kafka, quella più emotiva.
Si apre il sipario e tutto inizia con la scena del lungo sonno, al termine del quale solo Nakata resta in terra perdendo le intelligenze comuni per acquisire quelle magiche che gli permettono di conservare il candore dei bambini e soprattutto di riuscire a conversare con i gatti, fra tutte le creature, le più fantastiche…

 

Soul_Society_Kaze
 
Martedì 28 luglio ore 21.30 “KAZE MONONOKE”

Durata: 60 minuti

Ideazione e regia: Marisa Ragazzo

Coreografie: Marisa Ragazzo e Omid Ighani

Editing musicale: Omid Ighani

Visual Artist: Samar Khorwash

Interpreti: Samar Khorwash, Paolo Ricotta, Serena Stefani, Claudia Taloni, Afshin Varjavandi, Tiziano Vecchi

Musiche: I Monsters, Bon Iver, Steve Reich e Pat Metheny, Apparat, Radiohead, René Aubry, Unkle, Ólöf Arnalds

Coproduzione: Festival Danza Estate 2012

 

5cm al secondo è la velocità con cui i petali di ciliegio cadono al suolo. La delicatezza, il colore pallido e la brevità della loro esistenza sono simbolo di fragilità e al contempo di bellezza estrema.
A Tokyo, tra la fine di marzo e gli inizi di aprile, si festeggia l’hanami, la contemplazione dei sakura. La fioritura dei ciliegi incanta gli umani che, estasiati, si lasciano cadere addosso i fragili petali spinti dal vento. Un incanto da raccontare e soprattutto da vivere. E’ dunque questo il racconto: il vento e i petali.
“Kaze Mononoke” si divide in quattro capitoli, incentrati sui momenti diversi della vita degli umani, dei petali e del vento, Kaze, che scuote, spinge e carezza gli uni e gli altri.
L’inizio è l’hanami e il viaggio è all’indietro, a scoprire i ricordi dell’inverno, candido e quieto, dell’autunno che tinge tutto di rosso e di giallo struggente e melanconico, dell’estate luminosa, dolente e carica del canto delle cicale.
E’ un racconto poetico e lieve che i danzatori scrivono sulla scena, uno spazio bianco ed essenziale dove, carezzati da una brezza costante, mutano se stessi rapidamente e continuamente, perché questo fa il vento, spinge qualsiasi cosa al movimento, anche i sentimenti e gli umori.
Il linguaggio tecnico dei danzatori contribuisce a creare una fantastica connessione di inganni visivi, viaggiando così come pochi possono e sanno fare dall’hip hop theater, al contemporaneo, ai più estremi e innovativi codici di linguaggio artistico. I loro corpi, così come le loro menti, vivono quello che accade alle loro spalle, la proiezione di immagini, pensata come ad una voce muta che racconta, descrive e sottolinea la vita, ora di un petalo ora d’un sentimento.

 

Soul_Society_Sakura Mercoledì 29 luglio ore 21.30 “SAKURA BLUES”

Durata: 60 minuti

Ideazione e regia: Marisa Ragazzo

Coreografie: Marisa Ragazzo e Omid Ighani

Interpreti: Omid Ighani, Samar Khorwash, Serena Stefani, Claudia Taloni, Tiziano Vecchi

Disegno luci: Gabriele Termine

Editing musicale: Omid Ighani, Marisa Ragazzo, Samar Khorwash

Abiti di scena: Giorgia Corbi, Edyta Beata Martonik

Allestimento: Roberto Rini

Scene: Mattia Dalla Zanna

Coproduzione Festival Danza Estate 2015.
Con il sostegno di Permutazioni 2014, Zerogrammi, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Balletto dell’Esperia, Università degli Studi di Torino.
In collaborazione con Teatro San Domenico di Crema.

 

Sakura Blues è il terzo ed ultimo spettacolo di una trilogia che nasce come tributo innamorato alla cultura giapponese. Un innamoramento artistico dell’incantato mondo del cinema e dell’animazione che con Kurosawa e Miyazaki entrano negli occhi e nei sensi di chi li guarda. Della letteratura contemporanea che Murakami, visionario e poetico, porge come un viaggio. Delle grandi contraddizioni, quietamente conviventi, dei mood metropolitani di estrema avanguardia e delle tradizioni, minimali e stupefacenti.
Con un linguaggio artistico innovativo e singolare, pensato e vissuto come un anime, la nuova produzione dei DaCru è un viaggio innamorato, dolente, ironico e liquido nell’anima segreta delle donne, profumate e lievi come fiocchi di neve.

…Una lettera…
Il primo giugno del 1976, pioveva.
Sakura Blues scrive una lettera a se stessa, il diario di un giorno, l’anticipo predittivo di una vita che diventerà un ricordo. Una nostalgia.
Su una scena candida, tinta del giallo di giugno, si alternano ricordi e pensieri, progetti e desideri di una donna bambina e le nuvole che li accompagnano, la struggente dolenza delle cose perse e dimenticate. Sakura Blues è una donna che chiama se stessa con il nome della nostalgia, che chiude tutto in una scatola faticosamente stipata in fondo al cuore.
La lettera, scritta nel pomeriggio piovoso del giugno ’76, fugge da un cassetto direttamente nelle mani di Sakura che passati trent’anni, scopre il motivo della malinconia che l’accompagna da sempre, ricorda i colori e gli odori di quello che è stato e, chiudendo gli occhi, s’accorge che nulla è stato perso… né dimenticato.